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Lamezia, l’intera città rimasta senz’acqua: «S’intervenga una volta per tutte»

La rabbia dei cittadini che sono stati privati di un bene primario

Da una parte la Calabria che si concede il lusso di perdere un finanziamento di oltre 30 milioni di euro di fondi Pnrr da investire in risorse idriche, dall’altra una regione, ma ancor più una città, Lamezia Terme, letteralmente in ginocchio, vittima di continui disservizi, di rotture improvvise che non rappresentano più imprevisti ma una vera e propria routine circondata da parole e progetti ma da zero fatti reali e concreti mirati a porre fine una volta per tutte ai disagi a cui devono sottostare i cittadini. Ebbene sì, perché di “imprevisto” si può parlare quando una situazione non capita con cadenza così frequente, ma se da anni soprattutto i residenti dell’ex Comune di Sambiase devono vivere in balia dei disagi, beh, vuol dire che forse chi di competenza non interviene come dovrebbe a tutela di una comunità che ha il diritto di usufruire di un bene essenziale quale l’acqua. E no, non con la pretesa di poterne beneficiare a titolo gratuito, ma pagando tasse e bollette che di certo non vengono sospese ogni volta che il servizio manca.
Ieri, poi, l’apice si è toccato quando a risentire del problema non è stata solo una parte di Lamezia, ma l’intera città della Piana, come raccontato dal sito della Lamezia Multiservizi che «ha segnalato l’arresto dei principali impianti di emungimento e sollevamento regionali in gestione Sorical, i quali alimentano i serbatoi idrici di Bella Alto, Bella Basso, Canneto Alto, Canneto Basso, Sambiase Alto, Sambiase Basso, Caronte, Scinà, Richetti, Ciaramidio, San Pietro Lametino, Bosco Amatello, Marinella e Sant’Eufemia Vetere».

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