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Lamezia, 12 operai lavoravano in condizioni di sfruttamento. Indagati tre imprenditori

E’ una lotta senza tregua quella che la Guardia di finanza di Lamezia Terme effettua a tutela di operai costretti a lavorare in condizioni di sfruttamento.

E’ dei giorni scorsi la notizia che la Procura della Repubblica di Lamezia Terme, guidata dal Procuratore Salvatore Maria Curcio, ha emesso un avviso di conclusione indagini nei confronti di tre imprenditori lametini (si tratta di Claudio, Adriano e Andrea Guarascio, rispettivamente fratello e nipoti del consigliere comunale di Lamezia Terme e presidente del Cosenza calcio) operanti nel settore della costruzione di imbarcazioni, nei confronti di quali è stata ipotizzato il reato di sfruttamento a danno di dodici lavoratori, tra i quali tre extracomunitari in condizione di clandestinità.

Le indagini, dirette dal sost. procuratore Giuseppe Falcone ed eseguite dagli uomini del gruppo della Guardia di finanza al comando del capitano Valentino Luce, hanno consentito di verificare che gli imprenditori indagati sottoponevano i lavoratori a condizioni di sfruttamento (corrispondendo loro retribuzioni in misura palesemente inferiore rispetto a quelle previste dai contratti di categoria nazionale e con la reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro ed alle ferie) ed approfittando del loro stato di bisogno derivante dall’assenza di diverse opportunità occupazionali sul territorio e per gli extracomunitari anche dalla condizione di clandestinità sul territorio nazionale.

Le persone indagate, nei cui confronti sono state svolte le indagini delle fiamme gialle, sono innocenti fino all’intervento di eventuale giudizio definitivo che dimostri il contrario. Le stesse sono difese dagli avvocati Riccardo Folino ed Raffaele Rizzuti del foro di Lamezia Terme ed in questa fase del procedimento hanno 20 giorni di tempo per presentare memorie o chiedere di essere sottoposti ad interrogatorio.

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