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Crotone, tentata estorsione a Vrenna: assolto Salvatore Francesco Romano

Era accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo ‘ndranghetistico ai danni della società “Salvaguardia ambientale spa” di Crotone guidata da Gianni Vrenna. Tant’è che la Direzione distrettuale antimafia di Potenza aveva chiesto nei suoi confronti la pena a 8 anni di carcere con il rito abbreviato. Invece, questa mattina, la giudice per le udienze preliminari del Tribunale potentino, Teresa Reggio, ha assolto “per non aver commesso il fatto” Salvatore Francesco Romano, 35enne di Cutro, genero di Ernesto Grande Aracri, quest’ultimo fratello del boss cutrese Nicolino. Insieme a Romano è stato scagionato "perché il fatto non sussiste” anche Rocco della Luna, ex segretario della Uiltucs della Basilicata. Mentre sono stati condannati gli altri otto imputati che avevano optato per il rito alternativo. Così è terminato il primo troncone processuale a carico di 10 persone scaturito dall’inchiesta “Lucania felix” coordinata dalla Procura antimafia di Potenza che venne alla luce a novembre 2021 con l’esecuzione di 28 misure cautelati a carico di esponenti e fiancheggiatori del clan Stefanutti-Martorano, capace di intrecciare dei legami anche con i Grande Aracri. Per quanto riguarda la posizione di Romano, la giudice ha accolto la tesi difensiva portata avanti dall’avvocato Luigi Colacino secondo il quale il 35enne è da ritenersi estraneo sia dalle contestazioni mosse dalla pubblica accusa, sia da qualunque contesto criminale riconducibile alla cosca di Cutro.

Romano doveva rispondere di essere stato il mandante dell’estorsione alla “Salvaguardia ambientale” impegnata nell’appalto dei servizi di pulizia e di raccolta e smaltimento dei rifiuti sanitari dell’ospedale “San Carlo” di Potenza. Con Donato Lorusso, reggente della cosca Stefanutti-Martorano, che sarebbe stato l’esecutore materiale della presunta richiesta di “pizzo” avanzata a due dipendenti della società crotonese. “A me dovete dare un pensierino, ho troppi detenuti da mantenere e io stesso sono uscito da poco dal carcere… non pretendo tanto ma mi dovete dare i soldi… altrimenti vi sfregio dove voglio: qui oppure a Crotone… chiedete a Papanice, a Cutro, oppure a Isola oppure fino a Catanzaro chi sono”, le parole di Lorusso finite agli atti dell’inchiesta. Ma di fronte a tale ricostruzione dell’accaduto, la giudice Reggio non ha ravvisato nessun coinvolgimento per Romano. Le condanne comminate dalla gup: per Carlo Troia 12 anni e 8 mesi di carcere; Antonio Masotti, 6 anni e 8 mesi; Rocco Basta, 8 anni; Luigi Cancellara, 9 anni; Lodovico Pangrazio, 9 anni; Umberto Lo Piano, 5 anni e 11 mesi; Nicola Sarli, 12 anni; e Michele Sarli, 6 anni e 3 mesi.

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