È caccia all’uomo in tutta Italia per trovare e riconsegnare alla giustizia Massimiliano Sestito il 52enne ritenuto affiliato alla 'ndrangheta, scomparso la sera del 30 gennaio dall’abitazione di Pero (Milano) dove era agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per l’omicidio del boss Vincenzo Femia, ucciso nel 2013. I carabinieri stanno effettuando perquisizioni mirate dalla Lombardia, regione in cui risiedeva con il padre, alla Calabria e in particolare nel Soveratese dove Sestito era ritenuto il capo della cosca di Gagliato. Quel che appare certo agli occhi degli inquirenti è che la fuga sia stata studiata già a partire dal 12 gennaio quando Sestito ha lasciato il carcere di Terni. Una latitanza non improvvisata, ma preparata da tempo e probabilmente dopo aver attivato solidi “agganci”. Sestito è un discreto esperto nelle evasioni: era già fuggito nell’agosto del 2013, quando non era rientrato dalla semilibertà nel carcere romano di Rebibbia, ed era stato poi riarrestato poco più di un mese dopo mentre si trovava su una spiaggia nel Salernitano. Ora la nuova fuga, iniziata con un colpo di martello che ha spezzato il braccialetto elettronico. Una fuga sicuramente collegata al verdetto atteso per oggi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro