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Crotone, permessi di soggiorno illegali ai migranti: la Procura ora impugna le assoluzioni

Ricorso in appello sul procedimento scaturito dall’inchiesta “Ikaros”

La Procura di Crotone non ci sta. Ha infatti alcune parti della sentenza con la quale il Tribunale, il 15 luglio 2022, ha inflitto nove condanne, e deciso due assoluzioni, al termine del processo di primo grado nato dall’inchiesta “Ikaros” sull’esistenza di due presunte organizzazioni che, tra il 2017 e il 2020, avrebbero lucrato su un giro di permessi di soggiorno “facili” concessi agli immigrati.
Il pubblico ministero Alessandro Rho, il titolare delle indagini, ha infatti presentato ricorso alla Corte d’Appello di Catanzaro contro la pronuncia dei giudici nei confronti di tre imputati. Ha così appellato la sentenza di primo grado nella parte in cui Rocco Meo, poliziotto dell’Ufficio immigrazione della Questura di Crotone, è stato scagionato dal collegio dall’accusa di associazione a delinquere «per non aver commesso il fatto». Ha inoltre impugnato le assoluzioni dell’avvocato Salvatore Andrea Falcone (condannato a 10 anni e 2 mesi di carcere) e del mediatore culturale Mohammed Khasro Abdulhamed Mohammed (condannato a 4 anni e 8 mesi) per il solo reato di traffico di influenze illecite «perché il fatto non sussiste». Inoltre, sia per l’avvocato che per il mediatore culturale nel ricorso in Apello il sostituto procuratore ha sollecitato un inasprimento della pena.

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