Si è aperto con un’istanza di ricusazione presentata dai difensori nei confronti di uno dei giudici componenti il collegio della Corte d’Appello di Catanzaro, il processo di secondo grado nato dall’operazione antimafia Scott Rinascita. Si tratta del troncone celebrato in primo grado con rito abbreviato, scelto degli imputati che ha comportato per i condannati uno sconto di pena pari ad un terzo. In particolare, i difensori degli imputati hanno ricusato il giudice a latere Assunta Maiore (presidente della Corte il giudice Carlo Fontanazza) sostenendo che la stessa, nelle precedenti vesti di Gip distrettuale, ha firmato alcuni decreti autorizzativi di intercettazioni nei confronti degli allora indagati, ed oggi imputati, di Scott Rinascita. Da qui - ad avviso degli avvocati - la sua incompatibilità. Su tale ricusazione, la Corte deciderà il 17 marzo. Gli imputati sono in totale 74 (70 dei quali condannati in primo grado) e quattro assolti, ma per i quali la Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, ha presentato appello. Altri 325 imputati sono invece sotto processo di primo grado dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia con rito ordinario. La principale accusa è quella di associazione mafiosa, ma non mancano le contestazioni per diversi tentati omicidi, narcotraffico, intestazione fittizia di beni, estorsione, corruzione, danneggiamento, detenzione illegale di armi ed usura.
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