«Tranquillo non infamo, piuttosto marcire in una cella al buio che essere come loro, io non sono loro». Così canta in un brano trap, pubblicato poco più di un mese fa su Youtube, dove ha già raggiunto oltre 4.000 visualizzazioni, uno degli indagati (minorenne all’epoca dei fatti) del blitz antidroga scattato venerdì scorso e messo a punto dai carabinieri della Compagnia di Soverato.
L’operazione ha portato in carcere Giuseppe Carioti, (20 anni, di Guardavalle); Nicola Chiefari (20 anni, di Gasperina); Cosimo Bruno Franzè (21 anni) e Damiano Antonio Franzè (21 anni) ambedue di Serra San Bruno. Sono andati agli arresti domiciliari: Vincenzo Celia (22 anni, detto il Mastro, di Montepaone); Ali Chalbi (19 anni, Isca sullo Ionio); Antonio Migale (34 anni, Montauro); Amodio Christian Tucci (19 anni, di Isca), mentre dei tre minorenni, due sono stati collocati nelle comunità ministeriali per i minorenni e uno nell’istituto penale per minorenni di Catanzaro. Il giovanissimo trapper che canta contro i pentiti, seguendo un filone musicale che inneggia a modelli deviati e criminali, che oggi è maggiorenne, non aveva ancora compiuto 18 anni all’epoca dei fatti che gli vengono contestati. Infatti, ad emergere in modo preponderante dalle pagine dell’ordinanza di misura cautelare, firmata dal gip Gabriella Pede, oltre agli elementi legati alle modalità di approvvigionamento e di spaccio della droga in tutto il comprensorio soveratese, è proprio il ruolo di primo piano che i minorenni occupavano nell’organizzazione criminale.
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