La prima parte della requisitoria si è conclusa con le richieste di 20 anni di carcere per il presunto killer Marco Gallo e 15 anni per Salvatore Mingoia. Ad avanzarle è stato il pubblico ministero della Dda di Catanzaro Anna Chiara Reale nel processo “Reventinum” contro la cosca Scalise, in corso davanti al Tribunale lametino (presidente Angelina Silvestri). Nell’udienza di ieri il pm ha ricostruito, con dovizia di particolari, le prove acquisite sull’esistenza della cosca Scalise, ma anche dei rapporti dai suoi componenti intrattenuti con l’insospettabile killer Marco Gallo, condannato in primo grado per gli omicidi dell’avvocato Francesco Pagliuso, Gregorio Mezzatesta, Domenico Maria Gigliotti e Francesco Berlingieri. Il pubblico ministero ha concluso la requisitoria relativamente all’associazione mafiosa, mentre bisognerà attendere il prossimo 7 marzo per le posizioni degli altri imputati. E questo anche perchè il Tribunale ieri ha deciso di acquisire al fascicolo del dibattimento le dichiarazioni rese nel corso delle indagini da tutte le persone offese che, sentite nel corso del processo, hanno ritrattato rispetto alle versioni iniziali. Da qui la decisione del Collegio di acquisire agli atti tutte le testimonianze, che dimostrerebbero la “pressione” psicologica o comunque le minacce alle presunte vittime a ritrattare o a non deporre. Il Tribunale ha acquisito anche le dichiarazioni dei coniugi Antonio Scalise e Mirella Raso, che nelle precedenti udienze hanno dichiarato di essere stati minacciati da alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine per rendere dichiarazioni contro i propri familiari. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro