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Vibo, operazione Imponimento: dissequestrati i beni di Domenico Fraone

Il Tribunale del riesame di Catanzaro revoca il decreto e riconsegna il patrimonio (valore tra 6 e 10 milioni) al commercialista vibonese

Domenico Fraone

A distanza di circa tre anni dal sequestro preventivo il Tribunale del riesame di Catanzaro revoca il decreto e dispone il dissequestro dei beni riferibili a Domenico Fraone, 52 anni, di Parghelia, noto commercialista ed imprenditore, ex consigliere provinciale di Vibo Valentia.
A ritornare, quindi, nella disponibilità del professionista è un enorme patrimonio (valore complessivo stimato dai 6 ai 10 milioni di euro) tra cui figurano diverse strutture ricettive tra Tropea e Parghelia, un castello nel Cosentino, locali pubblici lungo la costa vibonese e nell’entroterra e appartamenti, oltre allo studio del commercialista che contava un fatturato annuo di un milione di euro.
Patrimonio su cui la Guardia di finanza aveva apposto i sigilli nel luglio del 2020 nell’ambito dell’operazione denominata “Imponimento” attraverso cui la Dda di Catanzaro decapitò il clan Anello di Filadelfia. Inchiesta in cui il commercialista Fraone (difeso dall’avv. Mario Bagnato e dall’avv. Guido Contestabile) è rimasto coinvolto per concorso esterno e, all’epoca, fu destinatario di una misura cautelare ai domiciliari.
Contestualmente scattò il sequestro dei beni essendo il professionista ritenuto dagli inquirenti imprenditore colluso con il clan Anello di Filadelfia, cittadina in cui il commercialista ha diverse attività commerciali. Un quadro indiziario quella a carico di Fraone ritenuto però «insussistente» dal Tribunale di Catanzaro (anche in sede di rinvio della Cassazione) secondo cui la ricostruzione dei fatti conduceva a una valutazione del tutto «inconferente» con la qualifica di Fraone quale imprenditore colluso.

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