La Procura di Crotone ha chiuso il cerchio sul naufragio dell’imbarcazione “Heaven” avvenuto il 30 agosto 2020 al largo di Le Castella a causa di un incendio divampato «dal vano motore», che costò la vita a quattro immigrati, Omar Ali Osman, Abdirahman Nur Abdullahi e due non identificati, che si trovavano a bordo del natante. Il pubblico ministero Pasquale Festa, titolare del fascicolo, ha fatto notificare l’avviso di conclusione indagini ai quattro finanzieri della Sezione operativa navale di Crotone che soccorsero i profughi all’altezza di Sellia Marina. Sotto accusa sono finiti: il capitano Vincenzo Barbangelo (35 anni, di Potenza), comandante della Sezione operativa navale della Guardia di Finanza di Crotone; il maresciallo Andrea Novelli (35, Bari), comandante dell'unità marittima “V817” che intervenne per mettere in salvo gli immigrati; l’appuntato scelto con qualifica speciale Maurizio Giunta (54, Palermo), che assunse il comando della “Heaven”; e il finanziere semplice Giovanni Antonio Frisella (35, Bari), in qualità di componente dell'equipaggio dell'imbarcazione "Heaven" con la qualifica di motorista. Tutti devono rispondere dei reati di naufragio e di omicidio colposo. Per il pm, Barbangelo e Novelli avrebbero ordinato ai colleghi Frisella e Giunta di «salire a bordo» della “Heaven”, ancorata «in condizioni di sicurezza a circa 150 metri dalla costa» con 20 immigrati a bordo, per farle riprendere la navigazione, nonostante il natante fosse stato «progettato per trasportare» non più di 10 persone.
In questo modo, è la tesi investigativa, sarebbero state scartate le ipotesi sia di «sbarcare» gli stranieri, sia di «trasbordare gli stessi» su un’«altra e più sicura imbarcazione».
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