La diffusione dell’elenco dei positivi al Covid-19, avvenuta il 22 marzo 2020, «non poteva ritenersi un evento prevedibile né da parte di Cardamone e né di Brisinda». Lo mette nero su bianco la giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Crotone, Romina Rizzo, nelle motivazioni della sentenza con la quale lo scorso 30 novembre ha assolto, «perché il fatto non costituisce reato», i due funzionari dell’Asp, Pietro Brisinda e Massimiliano Cardamone, dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio colposo. Entrambi i dirigenti medici erano finiti al centro del procedimento di rito abbreviato nato dall’inchiesta della Procura di Crotone sulla divulgazione di un documento riservato dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone contenente i dati delle 59 persone che avevano contratto il coronavirus durante la prima ondata.
Mentre per gli altri due imputati che hanno optato per l’iter ordinario, è scattato il rinvio a giudizio: Carlo Altomare, componente della task force aziendale per la gestione del rischio pandemico, che inviò il file con i nomi dei contagiati a Fabio Turco, autista dell’Asp che non era legittimato a conoscere quei dati, che gli chiese la trasmissione dell’elenco.
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