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Aree commerciali nell'aeroporto di Lamezia: commercianti “storici” a rischio

Il nuovo bando per lo scalo lametino riservato a società con fatturati milionari

L’aeroporto di Lamezia Terme cresce, nonostante periodi di difficoltà. Sembrano ormai superate le fasi difficili della pandemia e lo scalo si pone traguardi ambiziosi, almeno così si evince dai report e dagli interventi dei vertici della Sacal, in primis dall’amministratore unico del sistema aeroportuale Marco Franchini. Il top manager punta a fare dello scalo un crocevia internazionale, da competere con scali importanti di livello nazionale e internazionale. E, in tale direzione, i piani che si mettono a terra interessano anche l’area commerciale, che deve poter superare quel certo provincialismo e aprire a marchi nazionali e internazionali.
E proprio su questo fronte, è nata una polemica e presa di posizione della consigliera regionale d’opposizione Amalia Bruni contraria a nuovi avvisi per ampliare l’offerta commerciale nell’aeroporto, con l’affidamento di spazi per l’esercizio dell’attività di vendita di prodotti in regime di duty free (profumeria, tabacchi, liquori, confectionary, prodotti enogastronomici, convenience store, cartoleria, souvenirs, travel essential) nell’area airside dell’aeroporto di Lamezia, ritenendo che ciò potrebbe danneggiare la realtà degli artigiani che da oltre trent’anni animano le attività commerciali dello scalo più importante della Calabria, con marchi che si richiamano alle eccellenze locali e calabresi. Per la Bruni rischiano di essere sfrattati, dato che l’avviso «contiene requisiti che sembrano fatti apposta per togliere di mezzo i commercianti che vi operano da tempo e che non potranno mai avere quel che chiede il bando». Aree che saranno disponibili a partire dal prossimo primo giugno.

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