La strage di migranti in mare avvenuta all’alba di oggi davanti alle coste del crotonese, sebbene di proporzioni immani, è la seconda avvenuta le territorio negli ultimi anni. Il 30 agosto 2020, infatti, si verificò un’esplosione a bordo di un’imbarcazione a vela sulla quale viaggiavano 23 migranti, quattro dei quali morirono annegate non prima di aver riportato ferite a causa dello scoppio. Feriti anche due uomini della Guardia di finanza che si trovavano sul veliero del quale avevano preso il controllo e che insieme ad altri colleghi si prodigarono per salvare la vita dei passeggeri. L’imbarcazione si era spiaggiata, all’alba di quel giorno, davanti alla costa di Sellia Marina, nel catanzarese, e dalla quale erano già sbarcati una ventina di migranti, oltre agli scafisti. Quindi venne deciso di scortarla con mezzi della Guardia di Finanza e della Capitaneria di porto verso Crotone navigando a motore ma raggiunta l’altezza di Praialonga, nel crotonese, il motore si era spento. A quel punto i due finanzieri che erano a bordo del veliero provarono a riaccenderlo ma quando ci riuscirono si verificò un’esplosione nella parte centrale della barca seguita da un incendio. Per quella vicenda, ora, quattro finanzieri sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo plurimo.