
La bocciatura da parte delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, della possibilità di rimodulare, se non addirittura, riformulare il Piano di riequilibrio, approvato nell’agosto 2019 dal Consiglio comunale di Vibo, trova una precisa spiegazione nelle 15 pagine della sentenza che si conclude con il rinvio della discussione - ma la sostanza difficilmente cambierà - al prossimo mercoledì.
I giudici contabili ritengono che l’istanza vada rigettata, in quanto il cosiddetto patto “Salva-Vibo” che avrebbe indotto l’Ente a non presentare il delicato strumento finanziario riformulato, entro il 31 dicembre, è estraneo al giudizio inerente il Piano di riequilibrio. In sostanza, secondo i giudici sarebbero due aspetti paralleli e non intersecati. Visione decisamente differente da quella dell’amministrazione comunale, secondo cui non sarebbe stato opportuno procedere alla rimodulazione/riformulazione del Piano prima che venisse definito quell’accordo.
Il Collegio, presieduto da Mario Pischedda, ha invece rilevato che «oggetto del giudizio di controllo è la legittimità dei saldi, degli obiettivi e delle coperture predisposti da enti che trovano nello stato di crisi» in cui versa Palazzo “Luigi Razza”. In sostanza, «il giudice non valuta la legittimità dell’atto, ma il rapporto, inteso come la relazione tra mezzi e fini di riequilibrio, sulla base del parametro normativo della proporzionalità e della congruità».
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