Il 31enne «ha mandato quel messaggio alla ragazzina per indicare volutamente Davide», l’arringa dell’avvocato Fabrizio Gallo, rappresentante della famiglia del 21enne di Bologna, che al termine della sua discussione ha chiesto l’imputazione coatta per l’indagato. E poi: il messaggio tramite social è stato mandato «senza aver visto Ferrerio», la risposta del legale Renzo Cavarretta che difende il 31enne di Petilia Policastro per il quale ha sollecitato l’archiviazione del procedimento. Ieri mattina, davanti alla gip del Tribunale di Crotone Romina Rizzo (che si è riservata la decisione), s’è svolta l’udienza per l’opposizione all’archiviazione proposta dalla Procura per l’uomo finito sotto accusa per aver - involontariamente per gli inquirenti - sviato da sé l’attenzione della spedizione punitiva che, l’11 agosto 2022, ridusse in fin di vita Davide Ferrerio mentre si trovava in vacanza a Crotone con la sua famiglia.
L’indagato, come si ricorderà, mandò un messaggio alla giovane, all’epoca minorenne, con la quale da tempo aveva un flirt dicendole, falsamente, che quella sera in cui si sarebbero dovuti incontrare per conoscersi, indossava «una camicia bianca». In questo modo, il bersaglio del gruppo, che aveva l’intenzione di punire lo spasimante della ragazzina, diventò l'inconsapevole Davide che in quel momento era a breve distanza dal Palazzo di giustizia e indossava un indumento bianco come descritto nel messaggio. Dopodiché, il 21enne venne rincorso e atterrato con calci e pugni da Nicolò Passalacqua. Secondo gli avvocati che assistono i genitori di Davide – ieri in aula erano presenti oltre a Gallo anche Vincenzo Cardone – il 31enne avrebbe inviato su Instagram quella scritta con il chiaro intento di indicare Ferrerio in quanto, poco prima, l’avrebbe visto passare vicino a sé. D
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