Catanzaro, Crotone, Vibo

Giovedì 16 Gennaio 2025

Cutro, è morto uno dei presunti scafisti. Arrestato chi doveva condurre il caicco a riva

È morto uno dei presunti scafisti del caicco carico di circa 180 migranti naufragato a un centinaio di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro. Lo hanno accertato gli investigatori della Polizia e i militari della Sezione operativa Navale di Crotone della Guardia di finanza. L’uomo, un 30enne di nazionalità turca, è stato identificato grazie alle dichiarazioni dei superstiti ed individuato tra le vittime del naufragio grazie al riconoscimento degli stessi naufraghi.

In mattinata invece, era stato arrestato il quarto presunto scafista dell’imbarcazione. Si tratta di un cittadino turco, Gun Ufuk, di 28 anni, che dopo il naufragio era riuscito ad allontanarsi e a rendersi irreperibile. Ufuk, secondo quanto si é appreso, é stato rintracciato in Austria. Sul conto di Gun Ufuk pendeva l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Crotone, Michele Ciociola, dopo la convalida dei fermi dei presunti scafisti. Gli altri tre arrestati sono un turco e due pakistani, uno dei quali minorenne. Ufuk sarebbe stata la persona cui era affidato il compito di condurre il caicco che a poche decine di metri dalla riva, davanti la costa di 'Steccato' di Cutro, ha urtato contro una secca scaraventando in mare il suo carico umano. Il cittadino turco, inoltre, avrebbe svolto anche le funzioni di meccanico, intervenendo più volte quando il motore dell’imbarcazione ha manifestato qualche problema. Al momento non si hanno particolari sugli elementi che hanno consentito agli investigatori di rintracciare in Austria e di arrestare lo scafista. Ufuk, secondo la testimonianza di alcuni dei superstiti sentiti nei giorni successivi al naufragio, era «lo scafista turco che conduceva l’imbarcazione e cooperava con lo scafista siriano nella risoluzione dei problemi motoristici dell’imbarcazione giunta in Italia». Un migrante afferma anche che «i componenti turchi dell’equipaggio hanno subito preso degli oggetti neri simili a dei tubi che hanno gettato in acqua e si sono tuffati aggrappandosi ad essi per poi scappare», mentre un altro parla di una fuga in gommone. Un teste lo indica anche come colui che «a volte scendeva personalmente in stiva per controllare le persone poiché il pakistano spesso litigava con noi migranti con atteggiamento provocatorio e non è stato fatto più scendere in stiva. E’ uno di quelli che è scappato con il gommone insieme al siriano e ad un altro turco, sempre per come ho appreso dagli altri migranti».

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