Catanzaro, Crotone, Vibo

Giovedì 16 Gennaio 2025

Responsabilità nel naufragio di Cutro, esposto degli avvocati di Crotone

MGA – sindacato nazionale forense ha depositato presso la Procura della Repubblica di Crotone un esposto denuncia affinché si individuino le responsabilità in ordine al mancato soccorso dell’imbarcazione naufragata in prossimità della costa a Steccato di Cutro alle prime ore del 26 febbraio scorso.

L’atto evidenzia quelli che sono gli obblighi derivanti dall’ordinamento internazionale in materia di operazioni SAR e salvaguardia della vita in mare, trasposte nel piano SAR Nazionale, e le precise responsabilità previste dal Reg. UE n. 656/2014 e poste a carico dell’agenzia Frontex e delle law enforcement che con essa operano nel Mediterraneo centrale. Qualsiasi operazione di controllo delle frontiere, infatti, non può prescindere dall’obbligo prioritario di prestare soccorso.

Ciò che è emerso, invece, è che l’evento di soccorso sia stato aperto quando il naufragio era già avvenuto e le persone erano già in mare. Un ritardo che, per le avvocate e gli avvocati di MGA, ha causato la morte accertata di 70 persone ed un numero imprecisato di dispersi.

Le norme internazionali ed europee non lasciano dubbi sul fatto che nessuna decisione politica possa limitare o rendere inefficaci gli obblighi di soccorso in mare ed è su tale presupposto che la magistratura dovrà indagare per determinare le rispettive responsabilità in capo al Ministro degli Interni, al Ministro delle Infrastrutture da cui il Centro di Coordinamento delle Capitanerie di Porto dipende funzionalmente, allo stesso I.M.R.C.C. di Roma ed i livelli secondari e periferici.

Né tali responsabilità possono essere addossate a chi ha condotto l’imbarcazione fino alla costa Crotonese, in considerazione che è anche troppo noto come i trafficanti di esseri umani non si imbarchino con le loro vittime, restando al sicuro dall’altra parte della riva, foraggiati da quegli stessi governi a cui l’Italia e l’Unione Europea distribuisce miliardi di euro per trattenere i migranti in centri di detenzione e tortura.

Quanti sapessero della presenza dell’imbarcazione con a bordo quasi 200 persone e perché non sia stata avviata la fase di allerta e monitorata l’imbarcazione sono le domande a cui dare risposta per affermare quella giustizia che in tanti chiedono a gran voce.

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