In due hanno deciso di concordare la pena con la pubblica accusa, mentre per gli altri nove imputati, il sostituto procuratore generale ha chiesto di confermare le condanne inflitte in primo grado.
Ieri, davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro, è stato questo l’esito della prima udienza del processo a carico di 11 persone scaturito dall’inchiesta “Orso” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Si tratta dell’operazione che, scattata il 23 febbraio 2021 con l’esecuzione di 12 misure cautelari da parte dei carabinieri della Compagnia di Crotone, disarticolò una presunta rete criminale capeggiata dai La Forgia che si sarebbe occupata della vendita di cocaina, eroina e marijuana nel rione Fondo Gesù, con «base attiva» tra via Achille Grandi e la sesta traversa di via Bruno Buozzi.
Inoltre, così come stabilito il 17 febbraio 2022 dal giudice per le udienze preliminari, agli accusati non viene più contestata l’aggravante ‘ndranghetistica in quanto al termine del procedimento abbreviato di primo grado non emerse «alcun collegamento diretto tra l’attività di spaccio» e le cosche. «Il gruppo» - aveva scritto il gup nella motivazioni della sentenza – era «costituito da numerosi componenti» diventati «il punto di riferimento» per diversi acquirenti di droga, «grazie alla loro capacità di rifornirsi abitualmente di sostanze stupefacenti e diffonderla sul mercato», oltre che essere in grado di «contare su notevoli guadagni».
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