«L’intramoenia è nata per far scegliere al paziente di essere eventualmente visitato da uno specialista, ma sempre come scelta non come obbligo – dichiara Giuseppe Gigliotti del Tribunale dei diritti del malato – oggi siamo nelle condizioni che se un paziente si va a prenotare troverà un’attesa di 7-8 mesi, a volte 1 anno, quindi si è costretti ad andare a pagamento. La cosa vergognosa è che nella stessa struttura in cui persistono le liste d’attesa il giorno dopo si avrà la possibilità di essere visitati in intramoenia». Alla luce delle varie reazioni, a proposito dell’aumento di visite intramoenia, dei numeri riguardanti gli stipendi di medici e dei settori più gettonati, si intuisce la necessità di un maggiore controllo. «Dobbiamo ai cittadini chiarezza e giustizia perché c’è di mezzo il diritto alla salute», aggiunge Gigliotti, diritto garantito dalla nostra Costituzione all’articolo 32, e troppo spesso calpestato. La domanda sorge spontanea: il numero di prestazioni intramoenia – cioè delle visite a pagamento – superano o no la percentuale (2%) di prestazioni consentite dalla legge? Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro