È ben noto che l’infrastruttura turistica forse più bella del comprensorio, il lungomare “San Francesco di Paola” di Marina di Nocera Terinese, è stata distrutta negli anni dalle mareggiate, in assenza di efficaci opere di difesa costiera. Di essa oggi rimane una minima parte del settore sud, oltre a tanta devastazione. Non tutti sanno, però, che della necessità di rimuovere quanto il mare ha distrutto, anche a scopo di sicurezza della fruibilità di quel tratto di costa, si parla da anni. Era l’estate del 2016, quando si apprese ch’era in via di definizione un finanziamento regionale di 320 mila euro per la messa in sicurezza, il risanamento ambientale, la bonifica del tratto settentrionale del litorale, dov’erano presenti le strutture danneggiate dell’infrastruttura turistica. La Regione riconosceva, si evidenziò, la presenza sul litorale di una situazione di rischio ambientale e di pericolo per la pubblica e privata incolumità, prodotta dai fenomeni erosivi e dalle forti mareggiate.
L’Ente regionale riteneva che fosse «improcrastinabile procedere al risanamento ambientale dell’area, nella quale evidentemente non possono essere realizzate opere non sostenibili dal punto di vista ambientale e del rischio erosione costiera». La comunicazione del riconoscimento del finanziamento naturalmente fu accolta con soddisfazione dalla comunità e dall’amministrazione comunale in carica, quella guidata da Fernanda Gigliotti. Poi il silenzio sull’argomento. D’allora nel comune di Nocera Terinese si sono succedute due amministrazioni politiche e altrettanti regimi commissariali (a parte quello attuale di Lucia Iannuzzi, Roberto Micucci e Francesca Iannò), ma l’ex lungomare “San Francesco di Paola” non s’è giovato ancora dell’atteso intervento.
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