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Sanità tra carenza di medici e burocrazia a Vibo: quando i disservizi si devono “pagare”

Le testimonianze dell’utenza che chiede risposte alle Istituzioni

Continuano ad essere bombardati di messaggi i vari social. Al centro del dibattito lo stato comatoso della sanità vibonese, dove alla carenza di strutture e medici si continuano a sommare le “falle” della burocrazia. A chiedere un cambio di rotta sono i cittadini. Siano essi impiegati pubblici, liberi professionisti, disoccupati o pensionati. L’appello alle istituzioni, soprattutto al sindaco Maria Limardo, in quanto primo cittadino, arrivano da più parti.
Dura la critica dell’avvocato Pino Pasquino sui disagi che gli utenti devono affrontare quotidianamente, al poliambulatorio di Moderata durant, per la scelta e revoca del medico di base. «Possiamo dirci paese civile? Possiamo accettare – sostiene – che decine e decine di persone, ogni giorno, anche provenienti da lontano, anziani, malati, in condizioni di disagio sociale debbano affollare gli uffici dell’Asp, a Moderata Durant, per un servizio che potrebbe svolgersi altrimenti evitando stress, preoccupazioni, rischio di rallentare le cure? Credo ci sia poca differenza tra noi e i barbari, tra noi e le popolazioni più arretrate». E poi l’affondo ai vertici dell’Azienda sanitaria locale: «Abbiate vergogna di questa situazione, abbiate “scornu” di sedervi su quelle poltrone, davanti alla vostra manifesta incapacità di risolvere un problema così elementare da farci dubitare che siate in grado di affrontare quelli più gravi».
Sulla stessa lunghezza d’onda l’opinione della dottoressa Teresa Bellissimo, la quale racconta di essere stata testimone involontaria di un episodio raccapricciante che ha visto protagonista, sempre al poliambulatorio di Moderata durant «una madre disperata ed esasperata che urlava di voler morire perché non dorme ormai da mesi in quanto, da tempo, non riesce ad avere risposte per un figlio malato, con disturbi psichici».

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