Esiste ancora un diritto alla salute ed alle cure nel territorio di Vibo Valentia? Ma soprattutto esiste ancora uno Stato, in quest’ultima periferia della nazione? Per quanto potrebbero sembrare in apparenza, non sono affatto domande retoriche. Ma quesiti carichi di significato non solo politico, che trovano il loro perno proprio attorno ad una delle opere incompiute ed attese ormai da un ventennio: il nuovo ospedale. Nella scorsa settimana, i due consiglieri regionali Raffaele Mammoliti e Antonello Lo Schiavo hanno chiesto ed ottenuto un incontro con il neo prefetto Paolo Giovanni Grieco, per denunciare l’ennesimo ritardo sull’avvio dei lavori e chiedere un suo intervento diretto. Si è scoperto in quella sede, che sono ancora in corso gli accertamenti per verificare se il sito scelto per la costruzione della «fondamentale opera» sia o meno idoneo. E questo, appunto, dopo ormai vent'anni di attese, promesse, cronoprogrammi, progetti esecutivi e proclami. Come l’ultimo, ad opera del primo cittadino del capoluogo Maria Limardo, la quale, nel corso della riunione della Conferenza dei sindaci sulla Sanità, svoltasi all’inizio di dicembre 2022, aveva voluto rendere nota la nuova tempistica di realizzazione del tanto atteso nosocomio vibonese: «Entro la fine dell’anno o al massimo agli inizi di gennaio 2023, si avvieranno i lavori di costruzione per il nuovo ospedale di Vibo. Si partirà con le opere esterne, mentre in primavera proseguirà la costruzione col progetto esecutivo del nuovo presidio ospedaliero». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro