Quattro condanne (di cui tre ridotte rispetto al primo grado), cinque assoluzioni, una prescrizione ed una sentenza d’assoluzione dichiarata nulla. Così ha deciso ieri la Corte d’Appello di Catanzaro al termine del processo di secondo grado di rito ordinario a carico di 11 persone, nato dall’inchiesta Borderland coordinata dalla Dda. Si tratta dell’operazione che, scattata il 29 novembre 2016 con l’esecuzione di 48 arresti da parte dei poliziotti della Squadra mobile di Catanzaro, mise sotto scacco la cosca Trapasso di San Leonardo di Cutro che, assieme al clan autonomo dei Tropea di Cropani Marina, avrebbero vessato i villaggi turistici a cavallo tra le province di Crotone e Catanzaro, oltre a praticare le estorsioni e il traffico e lo spaccio di cocaina e marijuana. Invece, la sostituta procuratrice generale, Raffaella Sforza, aveva chiesto al collegio presieduto da Fabrizio Cosentino (a latere i giudici Carlo Fontanazza e Abigail Mellace) di condannare tutti gli imputati: sia i cinque accusati che erano stati assolti in primo grado, che gli altri sei per i quali aveva sollecitato la conferma delle pene comminate il 3 novembre 2020 dal Tribunale di Catanzaro. Dalle indagini emerse come i due gruppi criminali dei Trapasso e Tropea sarebbero stati in grado di infiltrarsi nel tessuto economico dell’area che va dal Crotonese al Catanzarese (da qui il nome dato al blitz, “terra di confine”). Come? Mettendo gli occhi sulle strutture ricettive tormentando gli imprenditori con l’usura e l’erogazione abusiva del credito. Inoltre, nelle carte processuali, compare pure l’ipotesi di voto di scambio politico-mafioso alle Amministrative del 2014 a Cropani – smentito dall’Appello - che portò allo scioglimento del Consiglio comunale per il coinvolgimento di Francesco Greco, l’ex vicesindaco del piccolo centro del Catanzarese, per il quale ieri è stata confermata l’assoluzione. Le condanne: 6 anni e 8 mesi di carcere sono stati inflitti a Vito Borelli (assolto in primo grado), Massimo Zofrea, 13 anni e 6 mesi (22 anni), Maurizio De Fazio, 6 anni e 8 mesi (10 anni e 8 mesi) e Rolando Russo, 8 anni e 6 mesi (16 anni e 6 mesi). Le assoluzioni: Gregorio Aiello e Salvatore Aiello (quest’ultimo difeso dall’avvocato Romolo Villirillo) ai quali erano toccati in primo grado 10 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno; poi, Antonio Bianco, Giovanni Colosimo e Francesco Greco (già scagionati dal Tribunale di Catanzaro). La prescrizione del reato di intestazione fittizia di beni è scattata per Salvatore Scandale (2 anni e 8 mesi) dopo che è caduta l’aggravante ’ndranghetistica. Luigi Grimaldi andrà incontro ad un nuovo processo davanti al Tribunale di Catanzaro dopo che il collegio ha dichiarato nulla la sentenza d’assoluzione di primo grado.