Undici a giudizio, altri quattro giudicati col rito abbreviato. Così ha deciso ieri il gup di Catanzaro al termine dell’udienza preliminare del procedimento nato dall’inchiesta Thomas della Dda. L’inchiesta venuta alla luce con l’esecuzione il 15 gennaio 2020 di tre arresti da parte della Guardia di Finanza di Crotone ipotizza l’esistenza di presunte “talpe” tra le Fiamme Gialle e parla di ingerenze della cosca Grande Aracri sugli appalti del Comune di Cutro. Le indagini, coordinate dai pm Domenico Guarascio e Paolo Sirleo avrebbero fatto luce sia sulle ipotetiche “soffiate” da parte di una rete di finanzieri ai clan di Cutro, Isola Capo Rizzuto e Belvedere Spinello, sia sull’uso illecito da parte delle presunte “talpe” delle banche dati. L'ex finanziere Donato D'Amelio, è accusato di aver fornito notizie coperte dal segreto d’ufficio in cambio «favori personali e regalie varie». Per gli inquirenti – a luglio 2010 - D’Amelio avrebbe informato l’allora boss Pino Vrenna «dell’imminente esecuzione» di una misura cautelare in carcere per l’imprenditore Francesco Anselmo Cavarretta, ritenuto contiguo agli Arena. D’Amelio deve anche rispondere di aver avvisato – a settembre 2009 - Giuseppe Nicoscia, esponente della omonima cosca di Isola Capo Rizzato, «della presenza di una microspia posizionata all’interno della autovettura del fratello Antonio». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro