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Riciclaggio e droga, la “rotta balcanica” dei clan vibonesi

Gli affari delle cosche “ricostruiti” nella relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia pubblicata ieri

Non solo estorsioni e usura. Non solo narcotraffico, attività che comunque fa entrare enormi flussi di denaro nelle casse dei clan. I soldi vanno anche ripuliti e le cosche di ‘ndrangheta del Vibonese si sono dimostrate «capaci di realizzare ingenti profitti tramite attività di riciclaggio e truffe».
Gli stessi clan vibonesi, d’altronde, si sono «infiltrati nel settore agroalimentare distinguendosi per la sottrazione indebita di fondi europei destinati a quel settore». E l’assassinio del giornalista investigativo slovacco Jan Kuciak, avvenuto nel 2018, è «probabilmente legato proprio alla scoperta di questi interessi illeciti nei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea da parte dei clan malavitosi».
A segnalarlo è la relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia pubblicata ieri e riferita al periodo gennaio-giugno 2022. Gli interessi delle cosche vibonesi nell’Est, stando a quanto emerge dagli elementi raccolti dalla Dia e riportati nel documento, oltre che in Slovacchia sarebbero consolidati anche in Romania.

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