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Omicidio Pirillo a Cirò Marina, il pentito Aloe si autoaccusa e fa altri nomi

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia sull’agguato all’allora reggente del clan

Gaetano Aloe

«Cataldo ce l’aveva cu Cenzo ppè nu semplice motivo, che ha fatto ammazzare a Natale Bruno, chidu ‘on l’ha perdonatu Cataldo». Cataldo è Cataldo Marincola, uno dei boss storici della cosca Farao-Marincola di Cirò; Cenzo è invece Vincenzo Pirillo, ucciso il 5 agosto 2007 in piazza Diaz a Cirò Marina. A rivelare ulteriori dettagli sull’omicidio di 16 anni fa, è il nuovo collaboratore di giustizia, il 45enne Gaetano Aloe, che si autoaccusa dell’omicidio dicendo di aver sparato lui Pirillo mentre si trovava seduto al ristorante Eko di Cirò Marina, chiamando in causa altri
Il pentito – figlio del capobastone Nik Aloe assassinato nel 1987 – condannato a 13 anni e 4 mesi di carcere nell’appello abbreviato di Stige, è stato interrogato il 31 marzo scorso dal pm della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio. Le sue dichiarazioni sono adesso confluite nel procedimento di rito abbreviato sull’omicidio di Pirillo che vede imputati Giuseppe Spagnolo, detto “U banditu” (su cui grava la richiesta di condanna all’ergastolo), e il boss Giuseppe Farao (per il quale è stata chiesta l’assoluzione). Nel giudizio ordinario in corso in Assise sotto accusa per lo stesso delitto ci sono Cataldo Marincola e Silvio Farao. Aloe ha spiegato al magistrato che l’eliminazione di Pirillo venne ordinata da Cataldo Marincola per vendicare l’uccisione di Natale Bruno nel 2004, la cui morte sarebbe avvenuta per volere dello stesso Pirillo.

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