Le lamentele sono quotidiane: gente che arriva in ospedale ed è costretta a fare ore ed ore di fila per poter prenotare una visita. Ogni giorno, nell’atrio del “Giovanni Paolo II” si accalcano centinaia di persone, molte delle quali anziane. Non ci sono i posti a sedere per tutti, e molti sono costretti anche a sedersi sui muretti all’esterno. Non c’è giorno che qualcuno si lamenti delle continue attese e soprattutto della «disorganizzazione» all’interno dell’ospedale di Lamezia. Un cinquantenne in fila davanti al Cup non si capacita: «Possibile che non riesca a organizzare meglio il servizio? Siamo peggio del terzo mondo. Perché il presidente Occhiuto non viene a vedere in che condizioni siamo». Un ospedale tra i più grandi e meglio serviti dell’intera regione, lasciato morire e fatto diventare un grande ambulatorio. E il problema non è solo legato al personale che manca (dato che quello andato in pensione non è stato sostituito), ma di mancanza di organizzazione dei servizi. «Non è possibile fare prima la fila per prenotare una visita – riferisce una donna in fila da un’ora e mezza davanti all’ufficio Cup – poi per pagare il ticket e poi un’altra fila la devo fare ai prelievi. Per non parlare del pagamento con carta: hanno messo il totem in una posizione in cui tutti possono leggere i tuoi dati sensibili, basterebbe girarlo al contrario per creare un po’ di privacy e far sì che le persone, invece di fare la fila per pagare allo sportello, utilizzino questo sistema automatico. Ci vuole molto per capirlo?». E poi ci sono le liste d’attesa. Una signora riferisce di non riuscire a prenotare una risonanza magnetica da mesi: «Sto chiamando da ottobre scorso al Cup per una risonanza magnetica e mi rispondono che non hanno il calendario per prenotare. Ma com’è possibile? Questo significa che devo rivolgermi a una struttura privata».
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