«L’ordinanza è pienamente valida, sulla pubblica sicurezza il sindaco ha voce in capitolo». Il primo cittadino di Marcellinara Vittorio Scerbo difende la propria ordinanza, adottata nei giorni scorsi in deroga al silenzio venatorio di abbattimento dei cinghiali sul territorio comunale, dai rilievi mossi, in una nota a firma del dirigente generale, dal Dipartimento regionale Agricoltura Risorse agroalimentari e Forestazione precisando che «la regolamentazione dell’attività di controllo delle popolazioni di fauna selvatica è funzione propria della Regione Calabria».
Pertanto, evidenziate le “specifiche azioni” già adottate per fronteggiare l’emergenza cinghiali (Piano di selezione per la specie cinghiale, Piano regionale d’interventi urgenti per la prevenzione della Peste suina africana, appositi corsi di formazione per selettori e selecontrollori) e rilevato che l’ordinanza sindacale «invade la competenza della regione in materia di controllo della fauna selvatica» il competente Dipartimento regionale chiede «l’annullamento in autotutela della suddetta ordinanza, declinando ogni eventuale responsabilità riguardo gli effetti della stessa».
Una richiesta che sollecita la ferma presa di posizione del primo cittadino del Centro dell’Istmo: «È paradossale - sottolinea - che sia la Regione Calabria a scrivermi formalmente per chiedermi la revoca di un’ordinanza adottata, quale ufficiale di Governo, per ragioni di pubblica sicurezza per l’abbattimento dei cinghiali. Mi sarei aspettato una proposta seria e valida di risoluzione del problema piuttosto che una lettera debole che non dà risposte al bisogno di sicurezza dei cittadini e degli agricoltori».
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