L’inchiesta Golgota coordinata dalla Dda di Catanzaro ha messo sotto scacco il «mutato assetto» della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto. Lo scrive la giudice per le udienze preliminari di Catanzaro, Chiara Esposito, nelle motivazioni della sentenza con la quale - il 28 ottobre 2022 - ha inflitto 47 condanne e assolto cinque imputati a conclusione del procedimento di rito abbreviato nato dall’operazione scattata il 10 febbraio 2021 con 36 arresti eseguiti dalla Squadra mobile di Crotone. Il clan - osserva la gup - si era riorganizzato sia dopo la «carcerazione» di coloro «che negli anni hanno occupato un ruolo apicale» all’interno del gruppo mafioso, sia per «un naturale ricambio generazionale» col «vertice», però, che sarebbe stato mantenuto dai «discendenti del vecchio capostipite Nicola Arena, del 1937» deceduto lo scorso anno. «Dagli elementi messi insieme dalle investigazioni – si legge nelle 369 pagine del provvedimento – uno dei soggetti posto al vertice della cosca è sicuramente Salvatore Arena, detto “Caporale”, la cui caratura ‘ndranghetistica emerse già nel 2018 in occasione del blitz Tisifone (che l’1 dicembre 2022 è terminato con 15 condanne diventate definitive) dal quale scaturirono le indagini di Golgota.
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