Catanzaro, Crotone, Vibo

Venerdì 10 Gennaio 2025

Catanzaro, lo sfogo degli imprenditori dopo gli arresti: “Abbiamo paura”

«Continui soprusi che mi hanno demoralizzato, scoraggiato, sto pensando di chiudere l'attività». Così uno degli imprenditori vessati dalla criminalità rom ha raccontato il suo quotidiano inferno agli investigatori della Squadra Mobile. Sono decine le testimonianze raccolte dagli inquirenti. Imprese messe in ginocchio dai continui furti, dai danneggiamenti e imprenditori piegati dalla paura, dalle minacce rivolte anche ai loro familiari. In molti davanti agli uomini della Mobile hanno preferito il silenzio ma altri hanno trovato la forza e il coraggio di puntare il dito contro i loro aguzzini. Annotano i magistrati della Dda di Catanzaro nella loro richiesta di misura cautelare: «Le vittime hanno dimostrato di essere assoggettate dalla forza di intimidazione del gruppo delinquenziale e in taluni casi hanno mostrato un atteggiamento di omertà per paura di subire ritorsioni». Il titolare di un'azienda che ha subito continui furti a partire dal 2017 ha spiegato: «Come è noto a molti operatori economici e imprenditori catanzaresi spesso è preferibile evitare di denunciare per scongiurare ritorsioni contro l'azienda o anche contro la mia persona». Una paura che l'imprenditore sottolinea durante tutto il colloquio con gli investigatori tanto che alla fine ribadisce: «Ho timore di subire ritorsioni in danno della mia azienda e verso la mia famiglia». Nel lungo elenco di vittime c'è un po' di tutto, grandi imprese impegnate nei lavori pubblici più importanti della città, come la metropolitana e il nuovo ente fiera, ma anche piccole aziende e i giovani assuntori di sostanze stupefacenti spacciate dai rom in Viale Isonzo. I racconti rendono una fotografia inquietante di quanto avviene nel capoluogo calabrese. Tutti sanno che dopo aver subito un furto bisogna andare in viale Isonzo e pagare. Due imprenditori che avevano subito il furto di due macchine agricole dopo la denuncia hanno dichiarato che i mezzi erano stati ritrovati casualmente. Entrambi avevano negato con forza di aver pagato. L'attività investigativa ha fatto invece emergere che era stata pagata una tangente di 5mila euro e che le fasi della restituzione erano state addirittura documentate con un video. Alla fine gli imprenditori hanno ammesso di aver pagato e hanno anche consegnato il video. Hanno spiegato che subito dopo il furto si erano recati direttamente in viale Isonzo e hanno concluso dicendo di non aver denunciato per paura di ritorsioni.

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