“Scuola, legalità ed economia del mare” il convegno di ieri al Nautico ha dato il “la”, al procuratore della Repubblica di Vibo, Camillo Falvo, per entrare nel merito dell’attività degli ultimi 3 anni contro l’inquinamento del mare. Si voleva licenziare come fioritura algale ma, quando alcune associazioni avevano prospettato di bloccare l’autostrada in segno di protesta, la Procura ha deciso di scendere in campo con una task force «e siamo intervenuti sulla rete di depurazione; nemmeno la Regione sapeva dove fossero ubicati i depuratori perché non segnalati; emergevano impianti sottodimensionati e quasi nessuno manutenuto». Dunque attivate una serie di interventi e con le risorse messe in campo dalla Regione, smaltiti i fanghi. «La Regione ha cambiato rotta ma anche i sindaci (ed in platea c’è n’erano diversi: ndc) devono fare la loro parte, perché prima, le somme destinate alla depurazione i Comuni le dirottavano su altro». Ha altresì annunciato che adesso i controlli passeranno sulle strutture turistiche e alberghiere che non depurano e gettano in mare. Ed ha invitato i cittadini ad essere sentinelle, richiamando a responsabilità anche gli imprenditori turistici e agricoli.
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