La gita scolastica diventa un “caso” cittadino. A sollevare la questione un gruppo di genitori che si è visto negata la partecipazione dei figli al viaggio d’istruzione organizzato dalla scuola, in particolare dall’Istituto comprensivo “Perri-Pitagora”. Secondo quanto manifestato dai genitori, infatti, si tratterebbe di una “punizione” troppo grande nei confronti dei l propri figli, che non meriterebbero di rimanere a casa mentre i compagni sono in viaggio. Da qui le vibrate proteste e la richiesta di “rivedere” la decisione della scuola, anche perché si tratta della prima gita scolastica per gli studenti, dopo gli anni della pandemia e delle restrizioni dovute al Covid.
A raccogliere le lamentele di alcune famiglie è il consigliere comunale Mimmo Gianturco che parla di un «pesante provvedimento di esclusione, tra l’altro redatto nei termini di un vero e proprio giudizio da aule di tribunale con tanto di richiami normativi è un atto gravissimo, altamente discriminatorio ed ingiustamente emarginante, perpetrato su dei bambini (ragazzi, ndr) delle scuole medie, ossia di 11, 12 e 13 anni per il solo fatto di aver ricevuto delle note sul registro di classe. Il valore educativo della gita scolastica ha una sua preminenza che andava considerata nella valutazione da parte dell’Istituto, che invece ha preferito condannare le “marachelle” dei bambini, escludendoli dal viaggio di istruzione».
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