Prenderà il via il 3 luglio il processo di secondo grado nato dall’inchiesta “Ikaros” con la quale Procura e Squadra mobile di Crotone hanno smantellato un presunto giro di permessi di soggiorno “facili” che, tra il 2017 e 2020, sarebbero stati dati agli immigrati. Davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro dovranno comparire 10 imputati: di questi, nove sono stati condannati e uno assolto dal Tribunale di Crotone il 15 luglio 2022. L’operazione, scattata il 17 febbraio 2021 con 24 arresti eseguiti dalla Polizia, ha disarticolato due ipotizzati gruppi criminali - formati da avvocati, mediatori culturali, interpreti e funzionari pubblici - ritenuti responsabili di aver lucrato illecitamente sulle pratiche per la protezione internazionale concessa agli stranieri.
Il dibattimento di primo grado - si legge nelle motivazioni della sentenza - «ha portato alla luce l’esistenza di un’associazione», capeggiata dall’avvocato Salvatore Andrea Falcone, che aveva come obiettivo «il favoreggiamento della permanenza illecita di cittadini stranieri» in Italia. Inoltre, per il Tribunale, «il servizio» offerto dal sodalizio «era subordinato all’imprescindibile versamento di un compenso che costituiva il presupposto per l’attivazione dei sodali» per raggiungere il «comune fine delittuoso».
Un castello di accuse contestato dalle difese. I 10 imputati: gli avvocati Salvatore Andrea Falcone (condannato in primo grado a 10 anni e 2 mesi di carcere), Irene Trocino (5 anni e 4 mesi), Gabriella Panucci (4 anni, 8 mesi e 15 giorni) e Sergio Trolio (4 anni, 3 mesi e 15 giorni); i mediatori Rachida Lebkhachi (6 anni), Intzar Ahmed (1 anno e 6 mesi), Khasro Abdulhameed Mohammed Mohammed (4 anni e 8 mesi) ed Edris Mahmoudzadeh (4 anni e 15 giorni); il vigile urbano Alfonso Bennardis (9 mesi); e il poliziotto Rocco Meo (assolto). Sono assistiti dai legali Giovanni Allevato, Mario Nigro, Vincenzo Cardone, Vincenzo Ioppoli, Francesco Verri, Aldo Truncè, Giuseppe Nicotera, Mario Germinara, Nicola Rendace e Gregorio Viscomi.
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