«Oggi che sono a Milano per affrontare i temi della sicurezza di quest’area metropolitana sono state effettuate due importanti operazioni, entrambe coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, contro un sodalizio criminale della 'ndrangheta con ramificazioni sull'intero territorio nazionale e contro un’organizzazione transnazionale che gestiva il traffico di migranti». E’ quanto si legge in una nota del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Occhiuto: "Inquirenti e forze ordine di grande valore"
«Le due operazioni di oggi realizzate dai Carabinieri e dalla Polizia di Stato, e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, ci dimostrano ancora una volta quanto la Calabria possa contare su inquirenti e forze dell’ordine di indiscutibile valore, in grado non solo di disarticolare i poteri criminali che inquinano e infiltrano i nostri territori ma anche di rappresentare per la nostra comunità sana un punto di riferimento contro la violenza delle mafie». Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria commenta le operazioni portate a termine oggi. "Nella provincia di Vibo e in altre zone del territorio nazionale, in un vasto blitz contro la 'ndrangheta, sono state fermate 61 persone, con l’impiego di oltre 500 militari: nell’inchiesta sono indagate complessivamente 167 persone. La seconda operazione contro il traffico di migranti, invece, porta alla luce un diffuso e spregiudicato sistema illegale che sfruttava il bisogno e la disperazione delle persone, esponendole a rischi indicibili. E qui in Calabria ormai ogni giorno, da Roccella Jonica a Cutro, siamo testimoni del dramma umano che si materializza nelle migrazioni clandestine, dei costi altissimi che queste persone sono costrette a pagare non solo in termini economici, quanto di ulteriori e dolorose privazioni, delle enormi difficoltà a cui va incontro il sistema dell’accoglienza. L’operazione di oggi, fra l’altro, svela la pericolosità della rotta balcanica, le sue articolazioni internazionali e senza dubbio aiuterà gli altri apparati dello Stato a mettere in campo ulteriori soluzioni per contrastare le tratte illegali di persone e garantire adeguati standard di accoglienza» conclude il governatore.
La Lega: "Potere assoluto dei clan in Calabria"
«Le ultime operazioni ed arresti hanno confermato che in Calabria la 'ndrangheta è infiltrata nella pubblica amministrazione, gestisce i traffici di droga, controlla gli appalti, condiziona il consenso elettorale, estorce denaro agli imprenditori e, comunque, mina la tranquillità dei cittadini e di un normale vivere. Tale situazione, emergente dai provvedimenti cautelari eseguiti, in questi ultimi giorni, a Locri, Vibo Valentia, Cosenza, Paola, ecc., dimostra e comprova che non vi è settore non controllato dalla 'ndrangheta». Lo dichiara Giacomo Francesco Saccomanno, commissario della Lega Calabria. «Un radicamento pesante - continua - che riesce ad ottenere i risultati grazie alle operazioni corruttive o, infine, con la violenza e la paura che incute sulle persone. A questo si devono aggiungere le condotte compiacenti di professionisti e imprenditori che, anche per propri interessi diretti, preferiscono assumere atteggiamenti collusivi che, però, portano rilevanti vantaggi». L’ultima relazione semestrale della Dia e relativa al periodo gennaio-giugno 2022 presentata al Parlamento, aggiunge Saccomanno, «ha evidenziato una situazione di estremo allarme: una 'ndrangheta sempre più forte, radicata nel territorio calabrese, in quello italiano e con rapporti profondi con molte altre nazioni in tutto il mondo. Una criminalità organizzata con una sua struttura coesa, con capacità «militari» e fortemente consolidata nei territori. Rapporti intensi con gli imprenditori che, nei momenti di difficoltà, vengono sostenuti e, quindi, con impegno di risorse provenienti dalle attività illecite e con evidente riciclaggio di tali somme, per poi impadronirsi delle aziende, pur lasciandole in testa agli stessi. E, ancora - prosegue - , una struttura che riesce anche ad infiltrarsi nelle compagini amministrative ed elettorali degli enti locali, al fine di acquisire il controllo delle risorse pubbliche e dei flussi finanziari, statali e comunitari, prodromici anche ad accrescere il proprio consenso sociale. Le ultime operazioni hanno confermato tale gravissima situazione, che, per certi aspetti, va anche oltre le affermazioni della Dia. Un contesto di estremo disagio e degrado che deve essere combattuta da tutti, dalle Procure alle Prefetture, dalla politica ai cittadini. Un’azione sinergica che - dice saccomanno - deve, necessariamente, partire dall’effettivo controllo del territorio e per consentire un mercato imprenditoriale libero». Ma, quello che appare di maggior gravità, osserva, «è il controllo del consenso che permette alla 'ndrangheta di controllare le amministrazioni locali e quelle regionali, oltre che condizionare anche le elezioni nazionali, spostando un congruo consenso a piacimento. Tale situazione ha consentito alla stessa di poter decidere chi eleggere e, naturalmente, poi portare all’incasso il sostegno. Ed a volte anche l’inserimento diretto di propri uomini. Una condizione gravissima che viene a minare alle basi il libero consenso e che impedisce una amministrazione libera nell’esclusivo interesse delle comunità. E’ indispensabile che la politica si renda contoseriamente di tale situazione ed assuma tutte quelle iniziative indispensabili per consentire la ripresa di quella libertà che è messa in forte discussione da un apparato che non riesce a controllare il sistema costruito dalla 'ndrangheta. Il Governo Meloni e la Lega - conclude - son partiti bene, ma devono proseguire con determinazione nel consegnare strumenti adeguati sia alle forze dell’ordine che alla Magistratura e agli amministratori per consentire un’attività incisiva sia preventiva che sanzionatoria».