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Vibo, l'accusa ai fratelli Crisafio: condanna ad 8 mesi per Pietro di Costa

Condanna ad 8 mesi di reclusione per Pietro Di Costa. Il Tribunale di Vibo Valentia ha anche obbligato il testimone di giustizia al risarcimento dei danni nei confronti di Gabriele e Francesco Crisafio (parti civili), stabilendo una provvisionale immediatamente esecutiva di 500€ ciascuno, oltre al pagamento delle spese legali.

L'episodio oggetto del giudizio riguarda la pubblicazione di un video su Facebook in cui Di Costa accusava l'architetto Gabriele Crisafio, dirigente dell'UTC di Tropea, di aver pilotato, in accordo con il Sindaco di Tropea, gare di appello a favore di imprese estranee alla città, ovvero ad amici del Sindaco, dietro accettazione di emolumenti. Crisafio veniva altresì accusato di favorire l'attività professionale del fratello Francesco.

Nel dibattimento sono stati sentiti i due professionisti che hanno dimostrato la completa infondatezza delle affermazioni di Di Costa. Quest'ultimo, nel suo esame, è stato incalzato dalle domande dell'avvocato Sandro D'Agostino, difensore delle due parti civili, il quale ha fatto emergere come le dichiarazioni rese dallo stesso Di Costa non avessero fondamento, né risultassero supportate da alcuna fonte qualificata, e come la documentazione prodotta dall'imputato a sua difesa, si basasse per lo più di articoli apparsi su quotidiani.

Il Tribunale di Vibo Valentia ha, pertanto, irrogato una sanzione più grave rispetto a quella chiesta dalla Procura, che aveva concluso per la pena della reclusione di 6 mesi.

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