Cropani, il parroco contro le unioni gay. Scoppia la bufera sui social
«La famiglia tradizionale, costituita da un uomo e una donna che, davanti all’altare del Signore, celebrano il sacramento del matrimonio, nella nostra moderna e sviluppata società, è in via d’estinzione». Fa discutere la lettera che il parroco di Cropani marina, centro del Catanzarese, ha fatto recapitare in queste ore, ai numerosissimi cittadini residenti nella marina, a pochi giorni di distanza dalla storica festa dedicata al santo Patrono. Al centro della missiva del comitato organizzatore e del prete, don Raffaele Feroleto, oltre alla richiesta di contributi, un pensiero sulla crisi della «famiglia tradizionale» e una ferma condanna di unioni civili, convivenza fra persone dello stesso sesso e istituti ormai radicati nella società come il divorzio. «Non più tardi di qualche anno fa - si legge nella lettera - il cristiano considerava il matrimonio come uno dei pilastri essenziali per la edificazione di una vita pienamente realizzata e felice. I numeri ci dicono- riporta la lettera indirizzata alla comunità - che negli ultimi decenni i matrimoni religiosi cono clamorosamente diminuiti e le rare famiglie, che nascono sotto la benedizione di Dio, si dimostrano sempre più fragili, confuse, smarrite, del tutto impreparate a curare la crescita umana e spirituale di genitori e figli. Come pastore di questa comunità - rimarca il parroco - è mio obbligo ricordare a voi tutti, cari fratelli, che il divorzio, le convivenze, le unioni civili, le unioni tra persone dello stesso sesso, e ogni altra forma di unione illegittima sono un grave attentato all’istituzione della famiglia, fondata sul matrimonio. Per riportare la famiglia al centro della vita ecclesiale e sociale è necessario avviare una rinnovata e costante opera di formazione evangelica: intensificare la preghiera personale e comunitaria, partecipare con gioia alla S. messa domenicale, accogliere con grande fede sacramenti». Parole che hanno suscitato all’interno della comunità una serie di reazioni a catena che, alternandosi tra incredulità, delusione, amarezza e rabbia, hanno provocato l’esplosione e la condivisione di commenti e pensieri non solo nelle case e nella piazza, ma anche e soprattutto sui social.
La reazione del Comitato Kopros
"Abbiamo appreso oggi - si legge in un post social del Comitato Kopros - di questa triste ed imbarazzante comunicazione arrivata alle famiglie da parte del parroco di Cropani Marina. Ci teniamo a chiarire prima di ogni altra cosa che rispettiamo al massimo la devozione ed il legame che la comunità di Cropani ripone nella celebrazione della festa di S.Antonio da Padova, in quanto professiamo e difendiamo il diritto di CHIUNQUE a credere in ciò che vuole. Ma di fronte ad una simile indecenza non si può rimanere in silenzio. Nelle estati 2021 e 2022 abbiamo organizzato l'evento denominato "Cropani over the Rainbow", con l'obbiettivo di celebrare l'amore e discutere di diritti civili e discriminazioni. Ci è stato spesso detto che certi argomenti non fossero del tutto adatti ad un contesto di provincia, ed abbiamo sempre risposto che il nostro obbiettivo fosse proprio quello di dimostrare il contrario, in quanto temi come questi interessano tutti in prima persona. Purtroppo, ci pesa molto scriverlo, la nostra risposta era giusta. Non si può accettare che in una piccola realtà come la nostra (in cui il parroco del paese riveste un ruolo di grande importanza), si possa utilizzare pretestuosamente la devozione ad una celebrazione religiosa per veicolare dei messaggi discriminatori e pieni di odio come quelli contenuti in questa lettera. Non si può e non si deve accettare, che ancora nel 2023, in cui tutti siamo mediaticamente al centro del mondo, la nostra comunità venga coperta di ridicolo da idee medioevali. Non bisogna accettare che si tirino in ballo figure della cristianità per alimentare e sostenere messaggi di odio che di cristiano non hanno assolutamente nulla! Chi ha avuto il coraggio (e la poca conoscenza del termine "vergogna") di scrivere messaggi come quello in foto, se ne assuma la responsabilità e decida di cominciare a vivere in un mondo che per fortuna ha superato da tempo il 1300. La famiglia è quell'istituto sociale che si caratterizza dall'amore che lega le persone che la compongono, che nulla ha a che vedere con il genere dei suoi componenti o con le modalità con cui questa si è formata. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con la cristianità. Lasciate in pace chi decide di dimostrare il proprio amore nei modi che sceglie, leggete un libro di tanto in tanto e, se vi rimane del tempo, provate ad immedesimarvi nei panni di chi ha dovuto leggere cose simili e si è sentito discriminato. Viva Sant'Antonio, viva l'amore, viva la libertà di scelta!"