Amministrazioni chiamate a raccolta per l’osservanza delle nuove regole dell’ordinanza balneare 2023. La Guardia costiera di Soverato detta le norme di comportamento da applicare per la sicurezza della navigazione, della balneazione e della libera e corretta fruizione del demanio marittimo. Rimane l’obbligo di predisporre il servizio di salvataggio lungo le spiagge libere frequentate da bagnanti e, in caso di impossibilità, di esporre, in siti idonei e in congruo numero, l’apposita segnaletica monitoria.
Si chiede poi alle amministrazioni di comunicare le eventuali convenzioni per lo svolgimento stagionale di attività lungo le spiagge libere e in mare, connesse alla sicurezza dei bagnanti e alla salvaguardia dell’ambiente marino-costiero. Sarà inoltre necessario delimitare le acque riservate alla balneazione lungo le spiagge libere, nonché quelle entro cui possono bagnarsi i non esperti al nuoto a 1,60 metri dalla riva.
Si impone la pulizia degli arenili e dei litorali con particolare attenzione alle spiagge ricoperte da depositi di vegetazione marina trasportata dalle mareggiate invernali per i quali è vietata la rimozione, il posizionamento sugli arenili, per tutta la stagione balneare di contenitori adeguati, per numero e dimensioni, alla raccolta differenziata dei rifiuti e la rimozione delle eventuali barriere architettoniche esistenti nei punti di accesso alle spiagge libere, per permetterne la fruizione alle persone con disabilità motorie.
L’autorità marittima soveratese si rivolge anche alle Polizie locali chiedendo di accertare l’illegittimità delle strutture ombreggianti in legno fissate al suolo, utilizzate abusivamente come freschiere o gazebo, e di provvedere alla loro rimozione e smaltimento essendo possibile inquadrarle come rifiuti urbani. Stop quindi al posizionamento di ombrelloni senza la successiva rimozione nelle ore notturne e attenzione massima agli scarichi abusivi in mare che, qualora dovessero essere individuati, dovranno essere segnalati anche con provvedimenti di divieto di balneazione laddove la qualità delle acque non dovesse risultare conforme alle vigenti normative.
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