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Lamezia, centenaria si rompe il femore ma le ingessano la gamba sana. C'è un'indagine

“Ove fosse accertata - dichiara il commissario straordinario dell'Asp di Catanzaro - si tratterebbe di una vicenda grave che richiede ogni opportuno approfondimento per fare luce sull’accaduto e per accertare eventuali responsabilità”

Anziana signora si rompe un femore ma le ingessano la gamba sbagliata. È accaduto all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia; ennesimo caso di malasanità attenzionato dal generale Antonio Battistini, commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro. Questi, infatti, ha disposto «l’apertura di un’indagine interna volta a raccogliere ogni informazione utile a fare chiarezza sul caso di un’anziana signora a cui nei giorni scorsi, nel nosocomio lametino, sarebbe stata applicata una doppia ingessatura errata a seguito di una rottura del femore. Qualora fosse accertata, si tratta di una vicenda grave che richiede ogni opportuno approfondimento per fare luce sull’accaduto e per accertare eventuali responsabilità».
Così il commissario che sembra deciso a non lasciare correre, a non archiviare come routine un andazzo che purtroppo nelle strutture sanitarie calabresi si ripete da tempo immemorabile. Non fa eccezione il comparto sanitario lametino che, annaspa tra disagi e disservizi. Nell’incontro avuto nei giorni scorsi con gli attivisti del coordinamento sanità “19 Marzo”, Battistini ha garantito la massima attenzione dei vertici Asp sulla struttura ospedaliera lametina e su tutto l’apparato della sanità territoriale che fa capo al comprensorio. Questo il suo impegno e questo l’auspicio dei lametini e di tutti i residenti dell’hinterland, per i quali Lamezia è il “centro sanitario” più vicino.
Tuttavia, ormai da tempo, la sanità locale non riesce a dare risposte adeguate ad un’utenza che supera i 100mila abitanti perché sull’ospedale e su tutte le strutture sanitarie del lametino si è abbattuta la “mannaia” del piano di rientro regionale che ha smantellato servizi e chiuso reparti. Un’operazione ragionieristica fatta a tavolino, che ha troncato di netto realtà d’eccellenza e uffici sanitari di prima necessità dislocati su tutto il comprensorio, solo per far quadrare i conti.
Dopo quasi 15 anni di commissariamento della sanità calabrese, lo scempio è sotto gli occhi di tutti: i conti non sono ancora rientrati, l’emigrazione sanitaria è aumentata e i servizi non garantiscono i Lea (Livelli essenziali di assistenza). Di questo e di tanto altro dovrà tener conto Battistini se vorrà sanare la piaga di un sistema malato nel profondo. Senza dimenticare che che l’Asp catanzarese è stata commissariata dopo l’operazione “Quinta bolgia” della Dda sullo scandalo che ha avuto come “quartier generale” proprio l’ospedale “Giovanni Paolo II”. La doppia ingessatura dell’anziana è la “cattiva notizia” più recente che arriva dalle corsie ospedaliere nostrane, l’ultima di una lunga serie.

 

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