È in arrivo l’ennesimo salasso per i vibonesi. Le aliquote alle stelle, figlie di un dissesto chiuso e di un altro che si tenta di evitare solo sulla carta, perché, nei fatti, è in essere con un disavanzo mostruoso che supera i 53 milioni di euro, continuano a vessare una comunità sempre più allo stremo. Con la conseguenza che, se gli stipendi della politica sono legittimamente aumentati nel corso degli ultimi due anni - sindaco, assessori e consiglieri hanno visto significativamente crescere il proprio compenso - Pantalone continua a veder salire, invece, il peso della tassazione, a fronte di un territorio in cui le attività chiudono - sono decine le saracinesche abbassate sul corso principale della città - e la situazione socio-economica delle famiglie è al limite del collasso. Quasi tutto questo non bastasse, è pronta una nuova “legnata”. Il canone idrico, da gennaio 2023, come previsto dalla delibera della giunta comunale n° 134 dello scorso 25 maggio, crescerà mediamente dell’8,5-9%. Un aumento che riguarda tutte le componenti della tariffa. Le famiglie comuni, quelle standard, vedranno un innalzamento sia della quota variabile che della quota fissa con quest’ultima che andrà a crescere dell’8.58%. Idem per le utenze di uso domestico dei non residenti, dei condomini, delle utenze per uso industriale e di quelle per uso artigianale e commerciale. Insomma, aumenti a pioggia, motivati all’interno del provvedimento dell’esecutivo che prevede un aggiornamento al netto delle componenti perequative stabilite da Arera. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria