Trasporto, stoccaggio e spaccio. Eccoli spiegati i ruoli che avrebbero ricoperto i cirotani, affiancati da alcuni crotonesi, nell'organizzazione di narcotrafficanti che, l'altro giorno, è stata sgominata dalla Dda di Bologna con 39 arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza in tutta Italia. Il gruppo criminale – al cui interno spicca lo "zoccolo duro" dei reggini – per anni avrebbe riversato ingenti quantità di cocaina, marijuana e hashish tra la Calabria e l'Emilia-Romagna. Agli atti dell'inchiesta, ad esempio, c'è quanto accadde a luglio 2020, quando la cellula emiliana si rifornì di 51 chili di marijuana a Cirò Marina per rivenderla in Emilia. A prelevare gli stupefacenti, con tanto di pagamento in contanti di 80 mila euro, sarebbe stato Pietro Costanzo nativo di Catanzaro che, insieme al presunto "corriere" Gennaro Lonetti, del Cirotano partì da Reggio Emilia per dirigersi in Calabria. Ad attenderlo a Cirò Marina - come argomentato nell'ordinanza del gip Alberto Gamberini - c'era uno dei punti di riferimento della rete: Luca Frustillo. Quest'ultimo –secondo la Procura antimafia felsinea – scaricò dalla sua "Fiat Panda" di colore giallo la droga che venne nascosta in uno degli armadi del camper condotto dall'autotrasportatore Michele Saracino che fece subito ritorno nel Reggiano. «L 'abbiamo riempito...Il camper», si legge in una chat di messaggi tra Costanzo e Lonetti intercettata dagli inquirenti nonostante i due avessero utilizzato il sistema Sky Ecc per eludere le captazioni. Ma non solo. Perché ad agosto 2020, le Fiamme gialle hanno documentato un altro «approvvigionamento» di 14 chili di cocaina dalla Calabria per provincia di Reggio Emilia. A dare le direttive sulle modalità di rifornimento sarebbe stato Giuseppe Romeo del Reggino che dalla Spagna avrebbe impartito le indicazione da seguire ai sodali. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro