La riorganizzazione della rete ospedaliera, una più ampia cultura della donazione, il supporto costante della politica in ambito sanitario. Le tre leve per schiodare la Calabria dall’ultimo posto della graduatoria nazionale dei trapianti sono state evidenziate nel dibattito organizzato da Aned, l’associazione emodializzati, dialisi e trapianto, nella sala consiliare della Provincia di Catanzaro.
È stato un lungo elenco di problemi e di possibili soluzioni quello snocciolato dal vicepresidente nazionale dell’associazione Pasquale Scarmozzino: «Bisogna far partire Azienda zero per attuare la riorganizzazione della rete ospedaliera che è fondamentale per ottimizzare i risultati. Naturalmente servono risorse umane, ma contiamo che tutto questo possa avvenire presto», ha detto. Quello della riorganizzazione è il problema principale «perché il sistema» com’è stato strutturato finora non consente «la necessaria amalgama, per esempio, sul procurement degli organi. Una delle domande più forti che possono essere poste – ha aggiunto – è perché si fa tanto procurement a Catanzaro e, in generale, negli hub, mentre poco e niente negli spoke, anche se 8 su 12 hanno la Rianimazione. Evidentemente i responsabili di alcuni spoke non sono sollecitati abbastanza a raggiungere quegli obiettivi che in un decreto del commissario Scura erano comunque indicati: quel progetto rimasto sulla carta, ma non è stato applicato». La soluzione, per Scarmozzino sembra a portata di mano: «Oggi che la politica è commissaria della sanità dovrebbe essere più facile. Non è giusto che nelle altre regioni si faccia un numero adeguato di trapianti, mentre in Calabria li fa solo Reggio e non si possano fare a Cosenza».
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