A Isola Capo Rizzuto, i carabinieri della locale Tenenza - insieme a quelli della Compagnia Carabinieri di Crotone e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia, con il supporto di un elicottero del Nucleo vibonese - hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Crotone nei confronti di 5 soggetti (4 in carcere e uno ai domiciliari), già noti alla Polizia e gravati da precedenti, nei cui confronti sono stati raccolti importanti indizi relativamente a numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi di aree frequentate da minorenni o in prossimità di zone militari e, quindi, aggravati.
Gli arrestati sono Francesco Macrillò (Crotone, 21 agosto 1993), Giuseppe Scuteri (Crotone, 3 gennaio 1997), Francesco Serio (Crotone, 24 maggio 1990) ed Emanuele Filoramo (Crotone, 26 gennaio 1974). Ai domiciliari invece Giuseppe Rubino (Crotone, 18 settembre 1992). Tutti e cinque sono residenti a Isola Capo Rizzuto.
L'operazione "Libertà"
Il provvedimento origina dall'operazione "Libertà", avviata nell'aprile del 2022 dopo l’arresto in flagranza per “spaccio di sostanze stupefacenti” di uno degli indagati, coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone ed eseguita mediante numerosi servizi di osservazione, pedinamento e controllo, nonché tramite l’esame delle immagini e dei “frame” catturati dalle telecamere. Determinanti sono stati i riscontri forniti dall’esame congiunto delle risultanze tecniche, documentali e telematiche nei confronti degli indagati, che hanno permesso di documentare numerosi episodi di detenzione e spaccio di cocaina, eroina e marijuana, nonché di sequestrarne diverse dosi. In particolare, circa 150 grammi di cocaina purissima già pronta per lo smercio, con il contestuale arresto in flagranza di reato dei due spacciatori.
Lo spaccio vicino a scuole, chiesa e caserma
Al termine delle attività di rito, 4 dei 5 arrestati sono stati condotti alla Casa Circondariale di Crotone, mentre uno è stato posto ai domiciliari, tutti a disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa degli interrogatori di garanzia. Agli indagati, infine, sono state contestate le specifiche aggravanti previste dalla normativa in materia, trattandosi di reati commessi nei pressi delle palazzine popolari, ubicate vicine a una scuola, a un luogo di culto religioso e alla stessa caserma dei Carabinieri, ovvero dei luoghi frequentati da dei soggetti minorenni e aree militari.
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