Sono terminate le operazioni da parte dell'Eni di ripristino dei due pozzi di metano al largo del mare di Crotone e di potenziamento di un terzo giacimento. Per questo, tra il 10 e 15 luglio, l’impianto di perforazione di jack-up "Key Manhattan", in uso alla multinazionale, lascerà le acque pitagoriche per consentire alla società partecipata dallo Stato di iniziare a mettere un segno più alle attività d'estrazione di gas naturale. Si chiude così un lungo iter che ha visto il Cane a sei zampe scegliere Crotone per rafforzare la produzione di idrocarburi sfruttando i giacimenti “offshore” già esistenti dopo la decisione dell'Italia di tagliare l'approvvigionamento di gas dalla Russia all'indomani dell’invasione dell’Ucraina (febbraio 2022) da parte delle truppe di Putin. Lo scorso 3 gennaio, l'unità mobile di proprietà dell’azienda "Shelf Drilling" con sede a Dubai è approdata nel mare antistante alla città per permettere all'impresa petrolifera di incrementare – si stima - fino a 500 milioni di metri cubi standard i volumi di metano da portare in superficie. In sei mesi, la "Key Manhattan" ha operato in uno specchio d’acqua di 3 mila metri quadrati a fianco della piattaforma "Hera Lacinia Beaf" (che insiste sulla concessione di idrocarburi "D.C1.AG"), la struttura reticolare a quattro gambe che tramite condotte sottomarine trasferisce il gas naturale nella Centrale gas di Crotone per essere trattato e successivamente immesso nella rete nazionale. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro