Avrebbero pagato premi di produttività «ingiustificati» - tra il 2013 e il 2014 - ai vertici di allora della "Soakro" (la società che fino al fallimento ha gestito il servizio idrico in molti comuni della Provincia). Con questa accusa, la sezione giurisdizionale della Corte dei conti regionale ha condannato 12 persone, tra ex componenti del Consiglio di gestione e del Consiglio di sorveglianza della società pubblica fallita il 18 gennaio 2016 con 27.925.277,09 euro di debiti. I 12 condannati per danno erariale dovranno corrispondere in solido 50.983,10 euro, alla curatela fallimentare dell'ex azienda che ha gestito il servizio idrico integrato nel Crotonese. Dovranno pagare in solido 50.983,10 euro gli ex componenti del Consiglio di gestione: Felice Benincasa, Francesco Benincasa, Rita Procopi, Domenico Capozza, Michele Liguori, Silvia Modesto e Francesco Antonio Sulla; e gli ex componenti del Consiglio di sorveglianza: l’attuale sindaca di Caccuri Marianna Caligiuri, Giovanni Carnè, Raffaele Villirillo, Antonio Strancia e Giuseppe Serravalle. Contestualmente, i giudici non hanno accolto la tesi della Procura contabile che addebitava agli imputati un danno erariale superiore - pari a 27.925.277 euro - per aver causato il crac della partecipata di Provincia e Comuni. «Il pubblico ministero – si legge nella sentenza – ha isolato le singole condotte dannose ed i relativi danni», ovvero il «mancato censimento dell’intera clientela», la «mancata fatturazione agli utenti censiti», e il «mancato pagamento di un numero indeterminato di bollette» con un'evasione tributaria del 50 per cento degli utenti». Ma «non ha poi provveduto – osserva il collegio presieduto da Luigi Cirillo – a quantificare il danno conseguente a tali condotte, e ad individuare a chi spettassero tali attività, le cause della omissione delle stesse». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro