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Lamezia, spaccio nei luoghi della movida: 10 condanne e un’assoluzione

Arriva la sentenza degli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. La droga veniva “tagliata” in un magazzino in via Torre. I rifornimenti provenivano da Vibo Valentia e Gioia Tauro

Dieci condanne e una assoluzione. Si è concluso così il procedimento scaturito dall'inchiesta denominata "Droga parlata", contro una presunta associazione finalizzata allo spaccio di droga messa a punto lo scorso anno dal Commissariato di Polizia e dalla Squadra mobile di Catanzaro. In particolare, è arrivata la sentenza di primo grado per gli 11 imputati che hanno scelto il rito abbreviato, e che ha visto dieci condanne e una sola assoluzione piena, oltre che a una serie di assoluzioni per singoli capi di imputazione.
Sono stati condannati: Antonio Pagliuso a 17 anni, 9 mesi e 20 giorni di reclusione; Luca Berlingieri, 4 anni e 20 giorni di reclusione e 20mila euro di multa; Domenico Gianluigi Bonali a 17 anni di carcere; Simone Bonali a 9 anni e 20 giorni di reclusione; Angelo Villella a 6 anni e 11 mesi di reclusione; Alberto Maria Scaramuzzino a 5 anni e 22mila euro di multa; Angela Franceschia 4 anni e 8 mesi di reclusione e 20mila euro; Caterina Butruce a 4 anni e 20mila euro di multa; Pietro Grande a 4 anni e 20mila euro di multa e Gino Gatto a 3 anni e 3mila euro di multa.
Il giudice Giuseppe De Salvatore ha invece assolto da ogni accusa Luca Strangis «per non aver commesso il fatto», così come ha disposto l'assoluzione per alcuni capi d'imputazione gli imputati Antonio Pagliuso, Domenico Gianluigi Bonali, Simone Bonali, Angelo Villella, Angela Franceschi e Alberto Maria Scaramuzzino.
Il processo prosegue con rito ordinario per tutti gli imputati che non hanno optato per l'abbreviato.

L’operazione, scattata nel febbraio del 2022 sotto la direzione della Dda e che coinvolse 78 persone, partì dall’arresto di due persone. La “base” era un magazzino di via Torre, considerato dagli inquirenti il loro quartier generale, i pusher accusati di aver rifornito stabilmente di droga la movida e la “Lamezia bene” si sentivano tranquilli.

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