Intende fare piena luce al più presto l’Azienda sanitaria provinciale sul crollo di una parte del soffitto, verificatasi nei giorni scorsi, all’interno del reparto di Ostetricia dell’ospedale Jazzolino. Elisabetta Tripodi, direttore amministrativo fresca di riconferma, non lascia spazio a giri di parole, né a perifrasi di sorta e chiarisce: «L’Autorità giudiziaria, come già è stato comunicato dal generale Antonio Battistini, è stata prontamente resa edotta dell’accaduto, affinché si possano accertare, laddove esistano, precise responsabilità». D’altronde, quello che è successo ha dell’incredibile, considerato che da poco erano terminati i lavori proprio nell’area del crollo. Ma è tutto l’ospedale Jazzolino, ormai, in piena emergenza, sul piano strutturale. Un edificio che continua a sbriciolarsi, mentre si attende, forse vanamente, che venga costruito il nuovo presidio, quello delle prime pietre, collocate ripetutamente negli ultimi vent’anni in contrada Cocari, ingresso Nord della città capoluogo, senza che mai alla simbolica posa sia seguito un atto pratico.
Ma al di là dei progetti per il nuovo presidio ospedaliero, sono i lavori su quello esistente, teoricamente uno spoke, a rendersi necessari, anzi, indispensabili, onde evitare che la sicurezza di pazienti e personale medico-sanitario continui ad essere messa inutilmente a rischio. Per questo motivo, «con il Pnrr – ha spiegato ieri il direttore amministrativo – abbiamo ottenuto circa 21 milioni di euro che verranno presto utilizzati nel tentativo di risolvere tutte quelle emergenze ripetutamente segnalate e poi accertate». Il cronoprogramma, a tal proposito, è stato già stilato e si dovrebbe partire non oltre la fine dell’anno in corso, «al massimo gennaio 2024».
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