Prima giornata del progetto “Vibo Emergency Medicine”, un simposio nazionale incentrato sul tema “Navigando verso il futuro consapevoli del proprio passato”, e prime aspre polemiche scatenate dallo Smi (Sindacato medici italiani). La contestazione investe tutte le strategie sviluppate dai vari relatori nel corso della prima giornata di lavori in merito al trattamento dell’emergenza. In realtà, ieri, nel salone del 501 Hotel, tutto sembrava procedere per il meglio. Dopo la registrazione dei partecipanti e l’apertura dei lavori con il saluto di rito da parte delle autorità, a salire in cattedra sono i relatori chiamati a sviluppare il delicato tema dell’emergenza-urgenza. A suscitare forti perplessità nei medici dello Smi sono, in particolare, gli interventi del generale Antonio Battistini, da pochi giorni insediatosi alla guida dell’Asp di Vibo, nonché quelli del prof. Giuseppe Profiti e del dottor Antonio Graziano. «Decine di colleghi – si legge nella nota diffusa dallo Smi – hanno ascoltato increduli e sbigottiti affermazioni che a nostro parere mettono in questo momento a serio rischio l’incolumità dei calabresi e non solo. Alcuni relatori – proseguono – hanno, infatti, detto che la rete tempo-dipendente non c'è scritto da nessuna parte che vada gestita da un medico sull’ambulanza in quanto con le giuste tecnologie (telemedicina), infermieri scelti e formati (i nostri lo sono secondo i relatori?), potranno essere autorizzati ad usare protocolli d'intervento relazionandosi con il medico della centrale operativa immaginiamo altrettanto formato e specializzato!!!». In pratica, un attacco frontale, che coinvolge anche il dottor Alberto Zoli responsabile dell’Area regionale emergenza-urgenza della Lombardia, il quale, nel corso del suo intervento appare piuttosto in sintonia con i precedenti interventi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro