Un anno prima del disastro, il sig. Giuseppe Marramao, residente a Longobardi, aveva scritto una lettera alle autorità competenti per segnalare lo stato di pericolosità in cui versa il fosso Sambuco, che da contrada Cocari si dirama fino a valle, passando per la via Piemonte a Longobardi. «Nel luglio 2005 – esordisce Marramao – tramite un legale ho chiesto alle amministrazioni locali di provvedere alla manutenzione del fosso, in quanto presagivo che sarebbe potuto esondare, ma nessuno ha messo mano. L’anno dopo, sempre a luglio, un mare di acqua e fango ha aperto come un libro il muro di contenimento di fronte al canale di scolo e hanno distrutto case, strade, e portato via un furgone e due auto. Io ero a Vibo e mi sono salvato, perché un albero è caduto sulla Statale bloccandola».
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