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Inchiesta 'Imperium' a Vibo, i Megna sapevano “da almeno 3 anni” di essere indagati

Emergono nuovi dettagli sugli interessi del clan Mancuso in villaggi e alberghi. La famiglia del pentito seppe dell’inchiesta sull’hotel Cliffs «Bruciai il foglio nel camino»

«Non c’era ancora il Covid». Il pentito Pasquale Megna non ricorda se fosse «il 2018 o il 2019» ma è certo che, prima della pandemia, arrivò alla sua famiglia un «documento» che secondo la Dda di Catanzaro conteneva «notizie riservate e/o coperte dal segreto istruttorio». A suo dire la carta aveva l’intestazione della Guardia di finanza e c’era un elenco di nomi, tra cui quelli di presunti prestanome della società che gestiva l’hotel Cliffs di Joppolo, struttura che, come il ayonara di Nicotera, è finita al centro dell’inchiesta “Imperium” perché sarebbe stata sotto il controllo del clan Mancuso. Il racconto di Pasquale Megna confluito nell’inchiesta, al netto degli omissis, lascia intendere che la sua famiglia sapesse da almeno 3 anni che le Fiamme gialle indagavano sul Cliffs. A portare quel documento a suo padre sarebbe stato Domenico Cupitò (entrambi sono stati raggiunti da provvedimento di fermo), il quale, secondo quanto emerge dall’inchiesta, avrebbe avuto un ruolo analogo a quello di Assunto Megna: imprenditori del settore alimentare (Megna nel commercio di pesce e Cupitò in quello di pane), i due, secondo il pentito Emanuele Mancuso, sarebbero«le facce pulite» del clan.

Il verbale di Pasquale Megna è datato 29 aprile 2023: «Vorrei precisare prima che mi passi dalla mente, un fatto accaduto qualche tempo fa, quando Mimmo Cupitò detto “Pignuni” venne a casa per informarci che c’era in corso una indagine della Guardia di Finanza» nei confronti di alcuni degli odierni indagati e degli stessi componenti della famiglia Megna. «Ricordo che era inverno – aggiunge il pentito – perché quando mio padre mi portò questa carta con su scritto Guardia di Finanza, dopo averla letta la bruciai nel caminetto di casa. Sicuramente questo fatto è avvenuto non meno di tre anni fa». Assunto Megna disse ai figli «di stare attenti» e parlandone proprio con Pasquale i due capirono «che l’indagine della Guardia di Finanza – ricostruisce il pentito – potesse riguardare il Cliffs» perché oltre ai loro nomi c’erano quelli di alcune persone «con cui avevamo a che fare solo per il Cliffs». Assunto Megna, a detta del figlio, era «dietro le quinte».

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