I posti letto di tutti e tre i presìdi ospedalieri del territorio dovrebbero aumentare già nel breve periodo, per poi essere ulteriormente incrementati. Ma, almeno quando – e se – il nuovo ospedale di Vibo diventerà realtà, quelli della provincia (Tropea e Serra San Bruno) sono destinati alla chiusura. È questo, in buona sostanza, ciò che è previsto nel decreto con cui nelle scorse ore il governatore-commissario Roberto Occhiuto ha “ridisegnato” la geografia sanitaria della Calabria approvando la nuova riorganizzazione della rete ospedaliera regionale. Il provvedimento di Occhiuto va ad integrare e sostituire quello analogo che l’allora commissario Massimo Scura emanò nel 2016 e, proprio come l’atto precedente, per le tre aree calabresi in cui è prevista la costruzione dei nuovi ospedali (oltre a Vibo ci sono anche la Piana di Gioia Tauro e la Sibaritide) contiene una disposizione piuttosto chiara: «Il nuovo presidio è maggiore dei posti letto programmati e sostituisce totalmente l’attuale offerta pubblica dell’area interessata». Tradotto: il totale dei posti letto del nuovo ospedale è superiore anche ai posti letto assegnati con il recente decreto e per questo «sostituisce totalmente» l’offerta ospedaliera pubblica della provincia. Dunque, se e quando i cittadini del Vibonese potranno usufruire della nuova struttura, quelle di Tropea e Serra non saranno più degli ospedali non potendo avere nessun posto letto. Ovviamente, trattandosi di un’opera dai contorni ormai quasi mitologici come il nuovo ospedale vibonese, la formula ipotetica è d’obbligo – i lavori sarebbero dovuti ripartire in queste settimane ma non sembra che nell’area ci siano grandi movimenti – ma è evidente che questa previsione, benché a lungo termine, possa avere delle ripercussioni sulle esigenze di cura delle zone di confine della provincia che spesso patiscono condizioni geografiche e infrastrutturali molto sfavorevoli.